Nel dialetto napoletano non esiste il verbo “amare”, ma esiste “l’ammore”.
Così Gnut commentava l’uscita del suo brano “L’Ammore ‘o vero”, qualche anno fa.
Quando ho ascoltato questa canzone per la prima volta ho avuto un sussulto.
Credo di essermi anche commossa. Le parole di questo brano – per me – trascendono il dialetto napoletano, che qui non è più solo un dialetto, ma un modo di sentire, che ci aiuta ad esprimere quello che difficilmente riusciamo a spiegare a parole.
Perché le parole non sono tutto: non si va da nessuna parte senza un pizzico di poesia.
“…Caro Gnut, ti va di mettere le tue parole meravigliose sotto il mio torchio?”.
Non ho fatto in tempo a proporre l’idea, che già i cassetti si erano aperti da soli e il compositoio scalpitava per le prime prove di stampa. “Facciamolo!”

LL’AMORE ‘O VERO

“Magari fuss’ tu ll’ammore ‘o vero
i’ ‘ngopp all’acqua cammenasse appere ‘e viecchie addiventassero criature
e ‘a pietto scumparesse ogni paura
Si ‘o vero fuss’ tu ll’ammore eterno restasse ‘a primmavera pur ‘a vierno nun s’addurmesse ll’orso fino a marzo e ‘a gente nun dicesse ca’ so’ pazzo”

Da brava tipografa, quando non riesco a visualizzare un concetto mi piace stamparlo, per liberarmi dall’idea di dovergli trovare una forma, un nome, una definizione.
Ma come si stampa l’amore?

Gnut è il nome del progetto di Claudio Domestico, una voce preziosissima del cantautorato contemporaneo. Napoletano, classe ’81, è un cantautore, chitarrista, produttore e compositore di colonne sonore.
Nelle sue canzoni ci si perde tra le influenze musicali di mezzo mondo: si parte dal folk inglese
di Nick Drake e John Martin, passando ovviamente per la canzone napoletana, il Blues e la musica africana del Mali.
“L’ammore ‘o vero” è la sua partecipazione al disco di Daniele Sepe “Capitan Capitone e i fratelli della costa”, scritto originariamente su un testo di Alessio Sollo.
Proprio come capitato nelle mie collaborazioni con altri autori e poeti, anche questa è una stampa autorizzata dall’autore.
E proprio come nelle mie altre collaborazioni, le parole trovano ancora una volta una dimensione nuova sotto la mia pressa, l’una accanto all’altra. Come nelle poesie.

Aaaaah, eccolo, è lui: ll’ammore ‘o vero!
La stampa è stata realizzata con tre passaggi di lavorazione. Il carattere in piombo (Magister, 1966 – proveniente da San Casciano Val di Pesa) è passato sotto ai rulli della piccola Hohner.
Il titolo in legno (inizio Novecento, proveniente da Catania) ha sentito TUTTA la pressione del tirabozze: volevo che le parole diventassero quasi tridimensionali. Al tatto, quindi, l’amore si potrà toccare davvero.

Disponibile sullo shop. Formato 15×21 cm. La carta è una bellissima Cordenons Wild 450 gr (con il 35% di cotone…un vero piacere al tatto).
Eccolo l’amore.

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