Un pomeriggio mi scrive Settimio Benedusi: “Mi piacciono i tuoi lavori, vorrei che facessi dei manifesti per me. Fai finta che sia il tuo elettrauto”. Wow, fantastico, ci sono!
Settimio Benedusi è un fotografo – un ritrattista, per la precisione – che vive e lavora a Imperia.
Essere ritrattisti, al giorno d’oggi, è una scelta difficile – mossa dalla passione per il mestiere più che dalla fame di like. E questo è un approccio molto simile a quello che ho io per la tipografia: entrambi costruiamo immagini e mondi, prendendoci tutto il tempo necessario per abbracciare il processo creativo che ne consegue.
Parliamo del progetto, nascono idee, la penna si muove sul foglio, bozzetti, colori: due vulcani.
Uno scambio creativo naturale che prende vita quando due persone che percorrono strade parallele si incrociano.
Il progetto su cui lavoriamo insieme è il manifesto di RICORDI STAMPATI, un progetto su cui Settimio stava lavorando già da un po’: riconnettere finalmente persone e immagini. Per farlo, ha messo insieme i migliori fotografi ritrattisti italiani, dando vita al progetto Ricordi Stampati, Fotografia Popolare, composto da Oliviero Toscani, Massimo Sestini, Marco Onofri, Guido Stazzoni, Toni Thorimbert.
L’obiettivo è quello di tornare alle origini della fotografia, quando tutti si facevano fare il ritratto dal fotografo: aprire le porte dello studio fotografico e invitare il pubblico a
Sembra una banalità, ma pensaci su: quante foto hai sul tuo smartphone? E quante ne hai stampate? La tecnologia ci aiuta a rendere tutto perfetto. Gli smartphone, oggi, scattano foto bellissime. Ma sai cosa? Penso si tratti quasi di una memoria liquida, indefinita e volatile.
È lì, ma non si sa come o per quanto.
Non è abbastanza. Perché serve un professionista, con un preciso sguardo autoriale, per realizzare una fotografia che non sia semplicemente bella, ma che abbia un senso, una progettualità, un racconto. Durante la durata di RICORDI più di 450 persone si sono fatte fotografare.
La fotografia, così come la tipografia artigianale, è una traccia lasciata su un percorso, la testimonianza di un momento, un attimo, una lancetta che ferma il tempo. E quando una foto la puoi tenere tra le mani, anziché guardarla attraverso lo schermo di uno smartphone, bhè, quella è magia.
Quando ho visto una foto del manifesto appeso per strada ho detto: “Sole, vento e pioggia. Adesso sì che sono davvero manifesti popolari, perfettamente in linea con il progetto”.
Mi è preso un colpo, confesso. Non mi era mai capitato di vedere i miei lavori attaccati in strada (anche se storicamente è sempre stato quello il loro posto). Via la cornice e il muro di casa. Vai con le puntine conficcate nel legno del portone. Il tempo ha fatto il resto.
È lì, ma non si sa come o per quanto.
Non è abbastanza. Perché serve un professionista, con un preciso sguardo autoriale, per realizzare una fotografia che non sia semplicemente bella, ma che abbia un senso, una progettualità, un racconto. Durante la durata di RICORDI più di 450 persone si sono fatte fotografare.
La fotografia, così come la tipografia artigianale, è una traccia lasciata su un percorso, la testimonianza di un momento, un attimo, una lancetta che ferma il tempo. E quando una foto la puoi tenere tra le mani, anziché guardarla attraverso lo schermo di uno smartphone, bhè, quella è magia.
È proprio vero, la fotografia è potente e il progetto Ricordi Stampati entra nella vita emotiva delle persone e delle famiglie.
L’obiettivo è quello di tornare alle origini della fotografia, quando tutti si facevano fare il ritratto dal fotografo: aprire le porte dello studio fotografico e invitare il pubblico a